8 Novembre 2024
«L’elezione di Donald Trump per il settore delle energie rinnovabili non è una buona notizia. Basta vedere l’andamento delle principali Borse internazionali, compresa Pizza Affari, che hanno reagito in maniera positiva per quanto riguarda le azioni nel settore dell’energia tradizionale e in maniera invece negativa per le azioni nel settore della transizione energetica e delle rinnovabili».
Lo afferma Veronica Pitea, Presidente di ACEPER (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili), l’associazione che riunisce 10.000 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pari ad oltre 7.000 associati per una potenza installata complessiva che supera i 2 GW, commentando la vittoria del Tycoon alle elezioni presidenziali americane.
«Donald Trump, durante il suo primo mandato come presidente degli Stati Uniti, è stato noto – continua Pitea – per le sue politiche a favore dei combustibili fossili, mettendo in secondo piano le energie rinnovabili. Uno dei suoi primi atti è stato ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul Clima, decisione che ha rallentato i progressi globali verso la sostenibilità ambientale. Ha anche sostenuto il carbone, un’industria che in altri Paesi sta lentamente scomparendo, e permesso il prosieguo delle trivellazioni offshore. Trump ha spesso minimizzato l’importanza dell’energia solare ed eolica, sostenendo che l’energia eolica potrebbe causare l’estinzione degli uccelli, sebbene le sue dichiarazioni siano state più volte criticate dalla comunità scientifica. Inoltre, ha ridotto i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili, rallentando così l’innovazione in questo settore cruciale. Inoltre la situazione è stata ulteriormente complicata dalla sua visione tradizionale sulle donne. Chi potrebbe dimenticare l’episodio in cui Trump dichiarò che le donne sarebbero state perfette in settori “dolci” come la moda o la cucina, mentre il settore energetico, a suo dire, sarebbe meglio lasciarlo agli “uomini robusti” delle trivellazioni?».
Pitea prova comunque a vedere qualcosa di positivo: «Guardando al futuro e al 2024, il panorama del green si presenta complesso. Tuttavia, la crescente consapevolezza globale riguardo ai cambiamenti climatici e l’aumento della pressione da parte del pubblico e delle aziende potrebbe portare anche l’amministrazione Trump a rivalutare la propria posizione sulle energie rinnovabili. Il mercato delle energie pulite sta crescendo rapidamente, grazie a una riduzione dei costi delle tecnologie rinnovabili e a un crescente interesse degli investitori. Ciò significa che, indipendentemente dalle politiche del governo, la transizione verso un’energia più pulita potrebbe continuare a progredire, guidata dalle forze di mercato e dalla domanda pubblica. Se Trump decidesse di adottare un approccio più favorevole alle energie rinnovabili, potrebbe sfruttare l’opportunità di creare nuovi posti di lavoro, migliorare la competitività internazionale degli Stati Uniti e affrontare i problemi ambientali che influenzano sempre di più la vita quotidiana delle persone. La sfida sarà conciliare questa visione con le sue posizioni passate, bilanciando interessi economici e ambientali».