28 Marzo 2023
Partiamo col dire che anche gli ultimi 12 mesi sono stati molto complessi e il contesto energetico globale è profondamente mutato, prima per le conseguenze della pandemia e poi a causa del conflitto tra Russia e Ucraina: dopo mesi di restrizioni sanitarie e lockdown, la domanda di energia è cresciuta a livello mondiale nello stesso momento e in modo rapido, mandando in affanno l’offerta che non è stata in grado di rispondere alla richiesta; ad aggravare la crisi energetica, il comportamento di Mosca che prima ha iniziato a diminuire le forniture di gas verso l’Europa e poi ha dichiarato guerra a Kiev.
Un corto-circuito che ha spinto velocemente l’UE e i diversi Paesi europei a mettere a punto una nuova strategia di approvvigionamento del gas. Il susseguirsi di queste vicende ha determinato pesanti conseguenze in termini di caro-energia, provocato dal rialzo del prezzo del gas che tuttora condiziona il costo dell’elettricità.
La difficile situazione ha reso necessaria una profonda riflessione sulla politica energetica dell’UE, che si è mossa per trovare soluzioni immediate: da una parte, un piano per garantire gli stoccaggi, dall’altro la diversificazione degli approvvigionamenti, ma soprattutto la volontà di ogni Paese di puntare sull’indipendenza energetica. Un terreno, quest’ultimo, nel quale svolgono un ruolo sempre più importante le fonti rinnovabili.
01 La ricerca di Aceper fotografa il fotovoltaico in Italia
Anche l’Italia, tra i Paesi con maggiori importazioni di gas russo, si è ritrovata a fare i conti con quanto investito finora nel settore delle fonti rinnovabili. Tra quelle più diffuse nel nostro Paese, dopo l’idroelettrico, c’è il fotovoltaico che sta catalizzando l’attenzione per i costi sempre più ridotti nella sua tecnologia.
A scattare una fotografia dettagliata di come il solare fotovoltaico stia impattando sul nostro territorio è la ricerca effettuata da Aceper (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili), che ha pubblicato i dati relativi alle singole regioni italiane. In base allo studio possiamo scoprire quali sono le regioni italiane più virtuose nella produzione di fotovoltaico e quali i territori che devono impegnarsi maggiormente nello sviluppo di questa fonte di energia green.
La ricerca ha preso in esame 5.236 impianti fotovoltaici, dislocati in 17 regioni italiane, e ha calcolato il rapporto tra produzione da fotovoltaico reale e produzione da fotovoltaico attesa, cioè la produzione calcolata utilizzando lo strumento ufficiale di misurazione PVGIS.
Di cosa si tratta? Il Photovoltaic Geographical Information System è un programma che permette di effettuare un calcolo effettivo della produzione dell’impianto, anche relativa ai prossimi anni, tenendo conto di una serie di variabili: la località di installazione, il mese di interesse, l’inclinazione e l’orientamento.
Una volta chiarite le modalità della ricerca e il campione preso in esame, è arrivato il momento di scoprire quali sono le regioni più virtuose del nostro Paese.
02 La classifica delle regioni più virtuose nel fotovoltaico: Valle d’Aosta in cima
La più piccola regione italiana è quella dove batte il cuore più verde. La Valle d’Aosta, con una superficie di 3.263 Km2 e 127.866 abitanti, è il territorio italiano più virtuoso. I dati che le attribuiscono il primato sono inequivocabili: 960.391 KWh (chilowattora) prodotti realmente e una produzione attesa, secondo misurazione Pvgis, pari a 1.011.502 KWh. Il dato che le fa guidare la classifica è il rapporto tra produzione reale e produzione attesa, pari al 95%.
Con un rapporto pari all’87%, l’Emilia Romagna riesce a ottenere il secondo posto. I suoi numeri sono eccellenti: 37.939.525 KWh prodotti e 43.840.630 KWh attesi, cifre che la posizionano tra le migliori regioni italiane nel settore fotovoltaico.
Sul terzo gradino del podio sale il Piemonte: la sua performance fotovoltaica risulta pari a 139.917.414 KWh prodotti e 162.741.031 KWh attesi, ottenendo un rapporto dell’86%. Ma il Piemonte registra anche il primato assoluto in termini di KWh prodotti da fotovoltaico.
La percentuale dell’85% unisce tre regioni. Questo dato indica il rapporto tra produzione reale e attesa: l’Abruzzo lo raggiunge con 20.100.052 KWh prodotti e 23.625.127 attesi, la Liguria con 5.187.522 KWh prodotti e 6.108.499 KWh attesi, e la Lombardia con 66.305.239 KWh prodotti e 78.089.977 KWh attesi. Da sottolineare che la Lombardia risulta seconda, dietro al Piemonte, per la produzione da fotovoltaico.
Peri un solo punto percentuale in meno segue il Veneto, che si ferma a un rapporto pari all’84%, con 49.221.066 KWh prodotti e 58.691.563 KWh attesi. Ottimo il dato relativo alla produzione in termini assoluti, che gli fa guadagnare la terza posizione dopo Piemonte e Lombardia.
03 Quali sono le altre regioni in classifica
L’elenco continua con i dati che riguardano le Marche, con 20.328.123 KWh prodotti e 24.622.400 KWh attesi (rapporto dell’83%), la Toscana con 5.830.869 KWh prodotti e 7.263.032 KWh attesi (rapporto dell’80%). Parimerito in termini di rapporto (79%), tra Molise (con 1.589.155 KWh prodotti e 2.000.284 KWh attesi,) e Puglia (con 18.459.422 KWh prodotti e 23.406.458 KWh).
Nelle ultime posizioni della classifica ci sono: l’Umbria, a quota 21.396.944 KWh prodotti e 27.506.185 KWh attesi, con un rapporto del 78%, la Sicilia (2.325.953 KWh prodotti, 3.144.591 KWh attesi e rapporto del 74%), il Lazio (16.105.440 KWh prodotti, 22.635.310 KWh attesi e rapporto del 71%), la Campania (13.893.494 KWh prodotti, 19.822.080 KWh attesi e rapporto del 70%), la Sardegna (49.792 KWh prodotti, 71.369 KWh attesi e rapporto del 70%).
Ultima la Basilicata, con 4.171.443 KWh prodotti, 6.836.095 KWh attesi e un rapporto del 61%.
04 Qual è la diffusione delle rinnovabili e del fotovoltaico in Italia
Dal dato specifico a quello generale, facciamo ancora un po’ di conti in termini di diffusione delle energie rinnovabili in Italia: nel corso del 2022, l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha coperto soltanto 18,9% del fabbisogno nazionale di energia, di questa meno di un quarto è prodotta da fonte solare. Sono cifre che fanno subito intuire il ritardo accumulato dal nostro Paese rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra dal 40% al 55% indicati dall’UE per il 2030.
È evidente che per rispondere all’emergenza energetica è necessario investire molto di più. Tra le varie soluzioni, bisogna evidenziare le potenzialità del fotovoltaico a terra, che grazie alla sua evoluzione tecnologica registrata negli ultimi 15 anni, rappresenta la soluzione più immediata ed economica per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
Non è pensabile di poter raggiungere gli obiettivi di potenza fissati dalla UE investendo solo sui pannelli sui tetti, che riguardano principalmente i privati, interessando, secondo i dati diffusi da Terna, solo il 22% del totale.
La realtà è che ad aver bisogno di molta energia sono soprattutto le industrie (44%) e il terziario (32%). L’Italia dovrebbe raggiungere l’obiettivo di 52 gigawatt di impianti fotovoltaici entro il 2030, un numero ancora troppo lontano considerando che in media la potenza prodotta è di 1GW all’anno, a fronte dei 6 GW richiesti.
Vedi qui l’articolo di Enegie Mag del 28/11/2022
“Fonte Energie Mag”