Innovative Green World: innovazione e rispetto dell’ambiente

6 Marzo 2023

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Partnership con ACEPER per una consulenza a 360 gradi

Il decreto sul biometano approvato a fine ottobre 2022 darà un nuovo impulso alla produzione del gas verde, favorendo la realizzazione di nuovi impianti per il biogas agricolo e la riconversione di quelli esistenti.

Non è semplice districarsi nelle procedure per avere accesso agli incentivi, dunque è bene affidarsi a degli specialisti con una lunga esperienza nel settore e una conoscenza approfondita del mercato. ACEPER ha creato una partnership con IGW, azienda specializzata in progettazione, consulenza e realizzazione di impianti biogas e biometano. Patrizia Monti, una dei soci fondatori dell’azienda, ci racconta in questa intervista la realtà di IGW.

Nel vostro nome sta la vostra Mission. Ce lo spiega?

IGW è l’acronimo di Innovative Green World. L’innovazione e il rispetto dell’ambiente sono i principi che guidano il nostro team di professionisti: 17 persone, più una serie di collaboratori specialistici sparsi sul territorio al fine di garantire interventi efficaci in tutte le regioni, isole comprese.

All’interno del nostro gruppo di lavoro contiamo competenze trasversali diverse: agronomi, ingegneri ambientali, ingegneri energetici, ingegneri civili, ingegneri gestionali. Il gruppo si è formato nel 2012 e da allora abbiamo avuto una fortissima espansione e crescita fino a divenire quello che siamo oggi: un consulente a 360 gradi in grado di affiancare in qualità di unico interlocutore aziende private e pubbliche nei percorsi di valutazione e ottimizzazione dell’impatto ambientale e assistenza in tutte le fasi della realizzazione di impianti per le energie rinnovabili, tra cui gli impianti biogas e biometano.

Col nuovo decreto sul biometano ci sono in ballo 1,73 miliardi di euro. Molte aziende tenteranno di accedere agli incentivi. Qual è il rischio del fai da te o di affidarsi ad un professionista non esperto in materia?

Il biometano deve essere prodotto fra l’altro rispettando i requisiti di sostenibilità previsti dalla direttiva 2018/2001/UE RED II che comportano valutazioni preliminari importanti: piani di alimentazione, modifiche impiantistiche, autoconsumi etc. Diversi sono quindi i fattori in gioco che devono essere in modo preliminare valutati per il buon esito dell’iniziativa. Serve quindi uno studio di fattibilità che appuri il rispetto dei requisiti. Questo è un passaggio fondamentale: se non si rispetta la sostenibilità il biometano non può essere prodotto e commercializzato.

Il rischio che si corre se non ci si affida ad un consulente preparato che conosce i processi normativi è quello di arrivare in fondo e non ottenere l’incentivo. Il nostro ruolo consiste proprio nel verificare che non ci siano vincoli ostativi al buon esito dell’iniziativa, dall’analisi dei vincoli urbanistici ed ambientali alle performance finanziarie dell’impianto predisponendo un business plan in modo tale da rendere evidenti le marginalità ed i rischi connessi; così l’investitore sa cosa va a ricavare. La sostenibilità va mantenuta per tutta la vita dell’impianto e noi dopo averli accompagnati fino alla prima certificazione di sostenibilità ne curiamo anche il mantenimento. La normativa è nuova e siamo tra i pochi qualificati. Lavoriamo sia su impianti nuovi che su conversioni degli esistenti e su tutte le tipologie di impianti, dalle discariche agli agricoli.

Quali sono i tempi dell’iter autorizzativo?

Sulla carta tra i trenta e i novanta giorni ma in realtà ci vuole molto più tempo. La pubblica amministrazione spesso non conclude le procedure nei tempi previsti dalla vigente normativa. Col nuovo decreto la partecipazione avverrà tramite asta a cui si dovrà arrivare pronti possedendo l’autorizzazione a produrre biometano nel rispetto dei requisiti della sostenibilità. Le aste verranno aperte periodicamente. La prima è prevista per il 30 gennaio 2023 e chiuderà il 31 marzo 2023. La successiva probabilmente dopo l’estate.

Qual è la novità della nuova normativa?

Sicuramente la possibilità di avere come incentivo una Tariffa Omnicomprensiva nonché la possibilità di cumulare un incentivo sull’investimento a fondo perduto e previsto dal PNRR con la tariffa incentivante prevista per il biometano.

Vi occupate anche della commercializzazione sottoprodotti. In che modo?

Grazie ad una expertise specifica nella valorizzazione delle biomasse costituite da sottoprodotti agroindustriali selezioniamo e conferiamo agli impianti di biogas biomasse sostitutive e complementari a quelle ottenute dalla produzione agricola dedicata in coerenza e nel rispetto della normativa europea e nazionale nell’ottica dell’economia circolare. A tal fine abbiamo ottenuto anche una specifica certificazione di filiera.

Mettiamo in contatto la domanda con offerta facendo da trait d’union fra le aziende agroindustriali che producono scarti e chi possiede un impianto di biogas che li acquista e li riutilizza per produrre energia. Quello che prima era uno scarto, diventa una risorsa e un’opportunità per tutti sia economica che ambientale.

Ottenuta l’autorizzazione termina il vostro supporto al cliente?

No, il nostro lavoro continua fornendo assistenza tecnico-amministrativa anche dotando il cliente di software dedicati per gestire la sostenibilità piuttosto che le scadenze perentorie derivanti dal titolo autorizzativo piuttosto che dalla norma oppure ancora in caso di controlli o verifiche. Abbiamo clienti decennali con i quali si è sviluppata una collaborazione duratura a conferma di un rapporto consolidato e di piena fiducia.

Patrizia Monti – Socio fondatore di IGW


Tratto dalla rivista Green Company Magazine (volume 9) – vedi anche tutti i numeri della rivista

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