26 Gennaio 2024
Sono più di 40 le organizzazioni della società civile (CSOs – civil society organisations) dell’UE e non solo che hanno formato, in occasione della conferenza sulle materie prime dell’IEA (Internationl Energy Agency) di fine settembre a Parigi, la Raw Material Coalition con lo scopo di “rispondere alla crescente domanda di metalli, fondamentale per inaugurare le transizioni verde e digitale a livello globale”.
Dicono dalla coalizione: “le attuali richieste di materie prime critiche stanno vivendo una crescita esponenziale, una traiettoria che comporta gravi ripercussioni tra cui la perdita di biodiversità, violazioni ambientali e dilaganti abusi dei diritti umani, che sono indissolubilmente legate alle catene del valore che vanno dall’estrazione mineraria alla gestione del fine vita delle materie prime. Questa tendenza allarmante, facilitata dalla corruzione e da normative inadeguate in molte regioni, rappresenta una minaccia sostanziale per gli ecosistemi vulnerabili e le comunità più ampie, lasciando spesso inascoltate le preoccupazioni e le voci delle popolazioni indigene e delle comunità locali”.
La coalizione aspira a un futuro trasformativo, con l’obiettivo di indirizzare le politiche dell’UE verso la sostenibilità e la salvaguardia sia delle persone che del pianeta, spostando il quadro economico basato sulla crescita e dipendente dall’estrazione incessante, a uno che dia priorità al pianeta e ai diritti umani rispetto al profitto. Un approccio al consumo trasformativo che, abbandonando la dipendenza da quello esclusivamente estrattivo, porti ad un sistema che dia priorità all’efficienza e alla sufficienza delle risorse. Per farlo – secondo la colazione – occorre promuovere una società circolare che non solo riduca la produzione e il consumo ma incoraggi l’estrazione di rifiuti (non solo urbani) rispetto all’estrazione di materiali vergini.
Robin Roels, responsabile delle politiche associate per le materie prime presso l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB) e coordinatore della coalizione, ha osservato: “Oggi, presentando la Raw Materials Coalition, non stiamo solo lanciando un’iniziativa; stiamo dando vita a un movimento che prospera sulla cooperazione, rispetta ogni voce e onora il valore intrinseco delle nostre risorse naturali”. Ha inoltre continuato: “La Coalizione è un appello all’azione per un domani più equo e giusto, non come un’opzione, ma come l’unica via da seguire. Per troppo tempo, le voci della società civile sono state messe da parte nei dibattiti critici sulla definizione del futuro del nostro mondo. È ora di cambiare la situazione”.
La Raw Material Coalition è strutturata in quattro differenti gruppi di lavoro. Il primo (CRMA Working Group) sulle risposte, proposte e patrocini della coalizione alla legislazione sulle materie prime critiche; il secondo (Trade Working Group) sull’aspetto commerciale della politica europea sulle materie prime. Il terzo (Beyond Growth Working Group) sulla domanda della politica europea di materie prime. Il quarto (Global Justice Working Group) affronta la politica europea delle materie prime da una prospettiva di giustizia globale e del sud del mondo.
Tra i quaranta membri compaiono: l’European Environmental Bureau (EEB), il World Wild Life (WWF), Amigos de la Tierra, Amnesty International, il London Mining Network, Friends of the Earth Europe, German Watch, Seas at risk, Zero, Green Transition Denmark.