28 Dicembre 2022
“Il 1979 sembra, per certi versi, un anno lontanissimo. Sebbene nell’immaginario comune, il concetto di energia solare porti subito la mente avanti nel futuro, il 1979 fu l’anno in cui il primo impianto fotovoltaico è stato realizzato nel nostro Paese, precisamente tra gli Appennini, al Passo della Mandriola, e contava una potenza di 1 kW”.
È qui che inizia il racconto di Alberto Ossola, Amministratore delegato e Direttore tecnico della Ossola Impianti S.r.l., l’attività di impianti elettrici fondata dal padre nel 1978.
Nato in un contesto lavorativo in cui l’impianto fotovoltaico era già protagonista, Ossola ripone grandissima fiducia nelle energie rinnovabili per il futuro dell’Italia: “di anno in anno, il mercato ha raggiunto vette sempre maggiori, merito della sensibilizzazione delle nazioni riguardo argomenti quali cambiamento climatico e riduzione del surriscaldamento globale.
Si tratta, inoltre, di una grande possibilità di indipendenza per il nostro Paese: riporre fiducia nelle nuove tecnologie e nell’innovazione, porterà indubbiamente dei benefici”. Siamo davanti ad un sistema di produzione elettrico nato effettivamente nel 1839, con il fisico francese Alexandre Edmund Becquerel. Fu lui a comprendere che alcuni elementi metallici esposti al sole potevano generare un flusso di corrente elettrica. “È stata esattamente questa scoperta a dar vita a quella che oggi è una tecnologia in grado di cambiare le sorti della penisola”, dice Ossola.
Il primo pannello solare venne realizzato nel 1879, con lo scienziato Charles Fritts. Si trattò di una cellula costituita da uno strato di selenio e una pellicola d’oro, ed aveva un tasso di conversione dell’energia del 1-2%. “Era un risultato particolarmente basso: si pensi al fatto che oggi un pannello solare converte quasi il 20% dell’energia. Tuttavia, fu grazie a questi tentativi che nel presente possiamo vantare la grande opportunità del fotovoltaico”.
A partire dagli anni ’60 dello scorso secolo, il mercato dell’energia rinnovabile ebbe ufficialmente inizio. Il fotovoltaico cominciò ad essere commercializzato e la crisi petrolifera non fece altro che alimentare il pensiero comune di sfruttare le nuove fonti di energia. “In Italia, la crescita è iniziata a partire dagli anni ’90, incoraggiata dai progressi tecnologici, dal minor costo di produzione dei pannelli solari e dagli incentivi statali, i cosiddetti Conto Energia”.
Da quel momento, il trend delle energie alternative e rinnovabili è sempre stato in crescita. La distribuzione degli impianti sul territorio è estremamente diversificata: sono le regioni più a Sud a godere di un miglior irraggiamento e quindi le più produttive, nonostante il Nord Italia conti la maggior parte delle installazioni (circa il 55%).
“Parlando di trend, nella penisola emerge una leggera prevalenza del pannello solare installato sul tetto: un 58% che vince sul 42% degli impianti a terra. La motivazione di questa scelta può essere basata su principi tecnici o etici. Per quanto riguarda il lato tecnico, ammetto che l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto richiede procedure autorizzative più rapide. D’altra parte, gli impianti a terra ‘costringono’ a questa finalità aree piuttosto vaste, creando nell’immaginario comune un conflitto tra il settore della produzione di energia elettrica e il settore agricolo. Tuttavia, mi sento di sostenere l’impianto fotovoltaico a terra. Considerando di usufruire del solo 1% di aree di terreno marginali, incolte e non sfruttabili in altro modo, si può dare nuova utilità a spazi destinati ad essere abbandonati e si possono produrre ben 20 GW di energia elettrica rinnovabile”.
Analizzando il presente, Ossola non mostra alcuna esitazione riguardo la convenienza dell’impianto fotovoltaico: “la situazione energetica che stiamo vivendo porta una notevole riduzione dei tempi di rientro dell’investimento per gli impianti. Il rincaro dell’energia elettrica ha già avuto le sue conseguenze sulle bollette del 2022: il momento migliore per prendere questa decisione è adesso. Risulta di gran lunga più conveniente produrre la propria elettricità in casa o in azienda con l’ausilio di un impianto fotovoltaico. In questo modo si abbattono le spese energetiche e non si è costretti a subire l’incidenza dell’aumento di costo delle materie prime. Ad esempio, il beneficio economico per una famiglia residente in una villetta può raggiungere anche il 75% annuo, mentre a livello ambientale la stessa famiglia contribuirebbe ad una riduzione dell’emissione di CO2 pari ad 1,7 tonnellate l’anno. Anche gli incentivi statali oggi vengono incontro alle persone che scelgono di optare per l’energia rinnovabile: nel 2022 è, a tutti gli effetti, una soluzione più accessibile rispetto alle energie fossili”.
Ossola non è certamente l’unico a condividere questo pensiero: solamente un anno e mezzo fa, l’economista di fama mondiale Jeremy Rifkin, nel corso di un’intervista diffusa dalla Rai, ha asserito che negli ultimi 25 anni lo sviluppo delle energie rinnovabili ed eoliche ha visto una crescita non indifferente accompagnata di pari passo da un abbassamento dei costi. Negli anni ’70, 1 kW di energia solare costava 78 dollari, oggi costa 35 o 40 centesimi. Si parlava già di terza rivoluzione industriale, nella quale sole e vento sono decisamente più convenienti delle energie fossili. Non a caso, ci sono Paesi del mondo come il Costa Rica, che hanno già preso la decisione di abolire dall’economia i combustibili fossili, sostituendoli con energie pulite e rinnovabili.
“Le misure adottate da un Paese piccolo del Centro America dimostrano come è assolutamente possibile sostituire le energie fossili con le rinnovabili. L’Europa ha tutte le tecnologie e le risorse a disposizione per poter affrontare un passaggio del genere e restare coerente con i propositi del Green Deal. Inoltre, come specificò cinque mesi fa Andrea Meza, il Ministro dell’Energia e dell’Ambiente del Costa Rica, il gas naturale utilizzato per la produzione di energia è legato al conflitto tra Russia ed Ucraina. Continuando ad acquistare il gas naturale dalla Russia, l’Europa prosegue il finanziamento di uno scontro militare invece di investire quello stesso denaro all’interno dei propri confini allo scopo di incentivare la produzione di energie rinnovabili che renderanno l’Italia un Paese indipendente”.
Anche la Spagna sembra aver già compreso la potenzialità dell’investimento nel pannello solare: un’intera regione, quella della Estremadura, ospita il più grande impianto foto- voltaico d’Europa. L’intera area è stata convertita alla produzione di energie da fonti rinnovabili: oggi produce circa 4000 MW. Si tratta di un processo iniziato, come raccontò lo scorso anno il presidente della regione Guillermo Fernandez Vara, dopo aver compreso che i tempi erano in evoluzione ed era necessario evolvere anche da un punto di vista legislativo per cambiare le procedure di autorizzazione.
Oggi, in Estremadura, si aggiungono 1000 MW di produzione in più ogni anno. “Questo cambiamento rappresenta parte della soluzione della guerra scatenata in Ucraina” dice Ossola, “le energie prodotte da fonti rinnovabili hanno il grandissimo vantaggio di non dipendere da nessuno. Ogni Paese ha il vento e ogni Paese ha sole, quel che manca è solo la decisione. La tecnologia di un pannello fotovoltaico è estremamente semplice: anche in Italia, dire addio ai combustibili fossili è assolutamente possibile. Lo stesso direttore dell’Enel asserisce che nel giro di tre anni l’Italia può essere indipendente dal gas russo e soddisfare il 75% del fabbisogno attuale d’energia solamente sfruttando le rinnovabili”.
Quella del solare è l’industria di energia più in crescita al mondo: oggi, gli impianti a terra producono cinque volte di più rispetto a dodici anni fa, con prezzi dieci volte più bassi. Finora sono state le società cinesi a detenere il controllo della produzione tecnologica dei pannelli ma Alberto Ossola anche in questo caso non ha dubbi riguardo il futuro della penisola: “l’innovazione e la ricerca italiane si stanno facendo strada, creandosi delle occasioni industriali molto importanti. Si pensi alla società Convert, con sede in provincia di Roma, che vanta la progettazione e l’installazione di innumerevoli impianti tra Sud Africa e America dotati della tecnologia Tracker. Il punto di forza di questa innovazione è la mobilità del singolo pannello: si muove da est a ovest, letteralmente a caccia del sole, in modo lento e semplice, ma garantendo il 20% in più della capacità di produzione.
L’innovazione non finisce qui: si pensi anche alla fabbrica dell’Enel di Catania, oggi in fase di ristrutturazione. Quando riaprirà nel corso del 2023, sarà a tutti gli effetti la più grande gigafactory del continente, con oltre 15 mila pannelli solari prodotti ogni giorno. L’innovazione sta nel lancio dell’esemplare cosiddetto ‘bifacciale’, in grado di catturare anche il riflesso solare sul terreno. Anche questo modello garantirà una produzione aumentata fino al 30% rispetto al pannello tradizionale”. Eliano Russo, il direttore responsabile dell’Enel Green Power, in una recente dichiarazione ripresa dall’Ansa, si mostra sicuro sul fatto che il confronto con la Cina non spaventerà il nostro Paese: il prodotto verrà realizzato all’interno di un processo sostenibile, tracciabile e che porti rispetto alle condizioni dei lavora- tori e ai loro diritti. A tal proposito, ad alimentare la fiducia di Alberto Ossola sul futuro dell’Italia in fatto di produzione ed installazione di impianti a terra, c’è anche una start-up del Centro Innovazione di Catania che si pone in sfida con i produttori cinesi, lanciando un sistema che contrasta uno dei principali problemi dei pannelli solari, quello delle polveri e dello sporco accumulato. La soluzione proposta dalla start-up è una tecnologia che oggi, in fatto di pulizia dei pannelli solari, non ha precedenti: sfrutta un robot che si muove in maniera autonoma tra i pannelli e li pulisce a secco. Le stime effettuate in fase di test prevedono dei benefici che aumenteranno anche del 33-35% l’efficienza dell’impianto fotovoltaico.
La stessa Ossola Impianti si pone l’obiettivo, da ormai quarant’anni, di seguire il passo dell’innovazione tecnologica: “quel che vogliamo offrire al cliente è la garanzia del miglior prodotto sul mercato, con la migliore assistenza e il miglior supporto alle sue spalle. Affidarci alle nuove invenzioni non è un salto nel vuoto, è riporre estrema fiducia nelle menti italiane e nel prodotto made in Italy. Portiamo nelle case e nelle aziende italiane il meglio della nostra era, affinché il risultato finale, quello dell’efficienza energetica e del risparmio, sia elevato al massimo che offre il mercato. A partire dalla prima decade degli anni 2000, l’azienda ha cavalcato l’onda del successo del fotovoltaico, e da quel momento l’installazione degli impianti è divenuta il punto centrale del nostro lavoro e possiamo vantare la soddisfazione dei privati, della pubblica amministrazione e delle piccole e medie imprese che hanno scelto di affidarsi a noi.
Crediamo fortemente che fare in modo che il cliente tragga vantaggio dall’aver scelto le energie rinnovabili è il primo passo verso un cambiamento più grande, che convincerà l’intero Paese a fare il salto di qualità. Abbiamo tutte le carte in regola per cambiare il futuro dell’Italia: le industrie sono pronte alla produzione e la ricerca continua a fare dei passi da gigante” conclude Ossola, “quel che manca è solo la decisione politica di puntare sul mercato delle rinnovabili. Come dichiarato anche da Confindustria, che rappresenta ben 500 imprese che operano nel mondo delle energie pulite, basteranno 85 GW da realizzare entro il 2030. Con questo obiettivo, l’85% dell’energia necessaria all’Italia sarà data da impianti che producono energia rinnovabile e verranno creati oltre 470 mila posti di lavoro. Affinché questo traguardo venga conquistato, è necessario però andare almeno dieci volte più veloci nelle installazioni degli impianti rispetto ai numeri medi che contiamo oggi”.
www.ossolaimpianti.com
Tratto dalla rivista Green Company Magazine (volume 8) – vedi anche tutti i numeri della rivista